IL PRESIDENTE DEL CIRCOLO DEL CANTON TICINO, EMILIO CADEI, ALL’INCONTRO IN AMBASCIATA CON IL CAPO DI STATO SERGIO MATTARELLA

Un grande onore per Emilio Cadei, presidente dl Circolo del Canton Ticino dell’Ente Bergamaschi nel Mondo. In occasione della visita di Stato del Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, nella Confederazione Svizzera, l’Ambasciata d’Italia in Svizzera e nel Principato del Liechtenstein ha invitato l’arch. Emilio Cadei all’incontro con il presidente Mattarella, in programma lunedì 28 novembre, presso la Burgerratssaal del Casino Bern, a Berna. Un invito personale, inviato dall’ambasciatore Silvio Mignano.

Ma se è un onore per Emilio Cadei, questo invito ad un evento ufficiale, di così grande prestigio, è un grande onore anche per lo stesso Ente Bergamaschi nel Mondo, come pure per il Circolo del Canton Ticino, che riconosce la grande considerazione che le autorità italiane ripongono in Emilio Cadei, quale rappresentante dell’EBM in terra elvetica. Una bella persona, gentile e garbata, sincera e generosa, che con il suo modus operandi, ma soprattutto il suo stile, è riuscita a mostrare la grandezza della sua storia, evidenziando segni di ricchezza e di umanità, che sono una fortuna per chi lo incontra e lo conosce.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarà in Svizzera dal 28 al 30 novembre, su invito del Presidente della Confederazione Svizzera Ignazio Cassis. Nel corso della visita incontrerà a Berna il Consiglio Federale della Confederazione. Mentre a Zurigo visiterà il Politecnico Federale (ETH), uno dei più importanti centri universitari di ricerca al mondo.

Per la cronaca, i circa 320.000 cittadini italiani residenti in Svizzera (e fra questi tantissimi bergamaschi) costituiscono la più grande comunità straniera presente nel Paese. Più di 80.000 frontalieri, poi, si recano inoltre ogni giorno in Svizzera per lavoro. Con un volume totale delle transazioni che nel 2021 ha superato i 34 miliardi di franchi, l’Italia è il terzo più importante partner commerciale della Svizzera. Il 40% circa degli scambi si concentra nelle regioni di confine, fra cui proprio il Canton Ticino. Facilitati da una lingua nazionale comune, si sono sviluppati anche contatti molto stretti in ambito formativo, scientifico e culturale.