TURISMO DELLE RADICI, UN’IDEA VINCENTE

Quella che stiamo vivendo non è solo una crisi sanitaria, ma anche una crisi economica. Ora, circa gli aspetti sanitari, grazie ai vaccini gradualmente ne usciremo, e speriamo definitivamente. Purtroppo, le ferite resteranno, e anche i tanti morti che hanno toccato molti di noi.

Sfortunatamente l’economia e ha risentito a tutti i livelli, con aziende che hanno quasi azzerato il loro giro d’affari. Terminati gli aiuti sociali, ora andrà effettuata una ripresa graduale, e alla resa dei conti diverse aziende, se già non hanno cessato la loro attività, dovranno affrontare un ridimensionamento gestionale, forse la riduzione dei posti di lavoro, quindi un’incalzante disoccupazione.

Noi, come Ente Bergamaschi nel Mondo, riteniamo in un certo senso di poter contribuire allo sviluppo economico, attraverso il perseguimento della nostra “mission”. Considerate che i bergamaschi iscritti all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) sono oltre 50.000, su un totale di 5,5 milioni di italiani AIRE e, inoltre, c’è un bacino di discendenti degli emigrati italiani sparsi nel mondo che si attesta sugli 80 milioni. Tutti questi oriundi bergamaschi-lombardi-italiani possono essere una grande fonte di reddito per quel turismo definito “Turismo delle Radici”.

Questi “italici”, come qualcuno li chiama, non saranno dei semplici viaggiatori, ma turisti che, per conoscere le proprie radici genealogiche e territoriali, possono generare un flusso economico nel settore turistico ed enogastronomico, indispensabile per un rilancio di un settore troppo colpito dalla catastrofica pandemia COVID-19.

Il turismo delle radici permetterà di far scoprire a migliaia di oriundi bergamaschi e lombardi qualcosa che fa parte della loro storia e delle loro tradizioni culturali, che è la memoria delle proprie radici. Nel tornare a visitare, o a scoprire per la prima volta, i luoghi d’origine dei loro antenati, essi si sentiranno stimolati a conoscere la storia dei propri ascendenti, ma anche a scoprire rinnovate forme di cultura storia, tradizioni e, in particolare, enogastronomia locale.

Questi turisti-emigranti sono di seconda, terza, quarta generazione, quindi figli, nipoti e pronipoti di emigrati in Europa e oltreoceano. Molti di questi bergamaschi di discendenza non conoscono bene il proprio comune d’origine o la valle, e se ne conoscono qualcosa è solo grazie ai racconti di genitori o nonni, perciò sono stimolati a rintracciare e a visitare i luoghi e i borghi di cui hanno solo sentito parlare.

Ricordo che Bergamo nel 2023 sarà con Brescia la “capitale della cultura italiana”, un’opportunità straordinaria che non va assolutamente sprecata: i turisti originari della provincia potranno approfittare della visita alla loro terra d’origine per prolungare la loro permanenza e visitare, conoscere, scoprire e approfondire quello straordinario patrimonio artistico, storico, culturale e paesaggistico che caratterizza il nostro territorio.

Non sono, poi, da dimenticare i Giochi Olimpici Invernali del 2026, che avranno come protagoniste Milano, Cortina e la Valtellina, ma come possibile beneficiaria secondaria la nostra Bergamo, grazie all’obbligato passaggio viabilistico e, in particolare, all’aeroporto “Il Caravaggio” di Orio al Serio: è un’opportunità da non farsi sfuggire, a cui il territorio non può sottrarsi. Ora, si tratta di veicolare la proposta, sviluppare programmi fitti di eventi calendarizzati, il tutto con il coinvolgimento delle Amministrazioni Pubbliche, nonché delle varie associazioni pubbliche e private, che hanno come finalità lo sviluppo socioeconomico territoriale.

L’Ente Bergamaschi nel Mondo è pronto a collaborare con tutti coloro che intendono condividere la proposta del “Turismo delle Radici”.

Carlo Personeni

Bergamo, 10 ottobre 2021

 

grazie per le foto a travelnostop e esteri.it