IL PRESIDENTE PERSONENI INCONTRA DANIELE MASTRIGLI (CIRCOLO DI LONDRA)

Proveniente da Londra, dove vive e lavora da alcuni anni, Daniele Mastrigli, vicepresidente del Circolo di Londra dell’EBM, è rientrato recentemente a Bergamo, per stare alcuni giorni in famiglia e organizzare i prossimi impegni lavorativi, che lo vedono rivestire un ruolo di responsabilità nel settore finanziario.

E’ stata l’occasione per incontrare il presidente Carlo Personeni: un caffè, quattro chiacchiere e, poi, subito ad analizzare la situazione degli emigranti bergamaschi a Londra e, più in generale, nel Regno Unito, soprattutto in questa fase di post-Brexit; in particolare, la nuova mobilità giovanile, che vede ancora Londra fra le destinazioni più appetibili per studio e per lavoro.

Del resto, è quanto emerge dal “Rapporto Italiani nel mondo 2021. La mobilità italiana ai tempi del Covid”, redatto dalla Fondazione Migrantes e presentato a Roma. Infatti, rispetto ai decrementi di tutti gli altri Stati, il Regno Unito registra un aumento del +33,5%. Nello specifico, delle oltre 33.000 iscrizioni, il 45,8% riguarda italiani tra i 18 e i 34 anni, il 24,5% sono minori e il 22% sono giovani-adulti tra i 35 e i 44 anni. Niente di strano. E’ la tipica presenza italiana nel Regno Unito: giovani e giovani-adulti, nuclei familiari con minori, che la Brexit ha obbligato a far emergere (ecco, il perché dell’incremento registrato anche nel 2020 nonostante l’emergenza sanitaria da Covid-19), mediante la procedura di richiesta del “settled status”, “un permesso di soggiorno a tempo indeterminato per chi può comprovare una residenza continuativa su territorio inglese da cinque o più anni”, periodo di tempo che non deve essere stato interrotto per più di sei mesi su dodici all’interno del quinquennio preso come riferimento.

Per la cronaca, nel 2020, le destinazioni scelte sono state 180 e, tra le prime 10, ben 7 sono Stati europei. Al primo posto, come accade ormai da diversi anni, il Regno Unito (33.293), poi la Germania (13.990) e la Francia (10.562), quindi la Svizzera (8.189) e il Brasile (7.077). Una forte incidenza “europea” sul totale, pari al 60,3%.

Primo posto, dunque, come metà degli emigranti italiani è il Regno Unito, e questo nonostante la Brexit, che ha ribaltato la situazione.

Infatti, se prima del 1° gennaio 2021 si poteva entrare tranquillamente nel territorio del Regno Unito e successivamente cercare un lavoro, oggi è l’opposto: bisogna prima cercarsi un lavoro e solo successivamente si può superare la frontiera con un visto lavorativo, perché il lavoro deve esser individuato e ottenuto prima di mettersi in viaggio.