Sempre presenti nella quotidianità degli emigranti i “segni” del sacro
Processioni, novene, tridui, rosari, devozioni ai santi: un tempo i “segni” del sacro erano molto presenti. Questo faceva sì che il Signore, la Madonna e i santi, a dispetto di un catechismo dalle formule un po’ “fredde” e stereotipate, fossero presenze vive, quasi familiari, alle quali di dava del “tu”. Fra questi “segni” del sacro si possano tranquillamente includere anche le preghiere in dialetto, come pure certe esclamazioni riferite a Cristo, a Dio Padre, alla Madonna, diversi proverbi di matrice cristiana, e anche alcune preghiere popolari, sempre in dialetto, ma spesso storpiate o pronunciate in modo non esatto.
Del resto, i contadini, lontano dal conoscere la grammatica latina, imparavano le preghiere così come potevano, e spesso le traducevano in un modo che alcune volte dava un significato lontano dall’originale.
Per questo motivo, un tempo, in alcuni paesi, i parroci, preoccupati di questo andazzo, facevano imparare ai propri fedeli delle semplicissime preghiere in dialetto, facili, che non presentassero deformazioni di sorta. In certo qual modo era come associare le preghiere del culto con la mentalità della gente contadina, semplice e digiuna di lettere.
Comunque, da sempre, le preghiere in dialetto erano molto diffuse nelle nostre campagne lombarde e in tutto il nord Italia. Probabilmente lo erano perché il dialetto era l’unica lingua veramente conosciuta bene e permetteva alle persone di comprendere appieno il significato di quanto dicevano.
Sulle ali della memoria popolare hanno volato per anni e anni, alcune per secoli, finché non sono arrivati i catechismi in italiano, i “libretti” delle preghiere, gli avvisi in chiesa, tutto in lingua italiana. Fu l’inizio della loro fine. Ma per fortuna qualcuno le ricorda ancora: per lo più è gente di campagna, gli anziani, e con loro gli emigranti che hanno mantenuto vive le loro tradizioni, anche religiose, come le preghiere in dialetto.
Un grazie riconoscente ai membri del “Circolo dei Bergamaschi” di Botuverà, che ha inviato al nostro sito internet alcune preghiere in dialetto bergamasco, le stesse che ancora oggi sono soliti utilizzare durante la famosa “Messa in Bergamasco”, che si celebra da quasi trent’anni, nella chiesa di San Jose di Botuverà, in occasione della “Festa Bergamasca”.